Prurito e bruciore nella zona vulvo-vaginale sono i sintomi principali della secchezza vaginale. Possono aggiungersi anche una fastidiosa sensazione di pressione nell’area genitale, disagio alla minzione e qualche lieve sanguinamento. Ma non solo. «La secchezza vaginale si manifesta anche con un aumento della suscettibilità alle infiammazioni dovuta a un’alterazione del pH vaginale che rende l’ambiente più favorevole allo sviluppo di infezioni come vaginiti o cistiti» precisa la dottoressa Elena Romagnoli, ostetrica presso il Poliambulatorio AEsthe Medica di Ferrara.
«La diminuzione della lubrificazione naturale delle pareti vaginali è un disturbo comune nelle donne di ogni età ma è particolarmente frequente durante la menopausa: si stima infatti che possa interessare circa il 50% delle donne sopra i 51 anni e il 17% delle donne tra i 17 e i 50 anni, impattando fortemente sulla qualità della vita».
Un problema, tanti risvolti
Diverse le cause che possono portare alla secchezza vaginale. «Si parte dai cambiamenti ormonali, in particolare la ridotta produzione di estrogeni, specialmente durante la menopausa, dopo il parto oppure durante l’allattamento per arrivare agli effetti collaterali di farmaci come antistaminici, antidepressivi e alcuni farmaci per il trattamento del cancro, dalle procedure mediche come la radioterapia che può influenzare la produzione ormonale fino a fattori psicologici come lo stress e l’ansia» commenta la dottoressa Romagnoli.
«Spesso la secchezza vaginale è associata all’atrofia vulvo-vaginale, una condizione in cui la cute e la mucosa dei genitali esterni risulta particolarmente sottile e fragile, poco idratata e altrettanto poco lubrificata».
Secchezza vaginale, una questione di comportamenti
«Anche nelle donne che non presentano atrofia dei genitali, comunque, può verificarsi una secchezza vulvo-vaginale legata spesso a comportamenti e abitudini poco corrette» sottolinea l’ostetrica. Lo conferma la dottoressa Elisabetta Colonese, specialista in ginecologia ed ostetricia presso Fertility Clinic di Milano che precisa come alcuni errori nei gesti quotidiani possono accentuare il problema della secchezza vaginale.
1. Il fai da te. «Di fronte a un problema di secchezza vaginale va sempre eseguita una visita ginecologica: sulla base dello storico, della anamnesi, dei sintomi e del quadro clinico generale il professionista può decidere di eseguire durante la visita un tampone vagino cervicale completo per escludere infezioni o identificarle a dovere e curarle in modo mirato» commenta la dottoressa Colonese.
2. Ricorrere a lavande eseguite per scelta autonoma. «Si tratta di vere e proprie terapie e come tali devono essere prescritte dallo specialista» precisa la ginecologa.
3. Non curare l’igiene intima. «L’uso di saponi aggressivi e prodotti per l’igiene intima non specifici può alterare l’equilibrio del pH e della flora vaginale e portare a secchezza» spiega l’ostetrica. «È importante inoltre scegliere detergenti non solo delicati ma anche adeguati all’età fertile o alla menopausa».
4. Lavarsi troppo spesso. «Esagerare con i bidet non è mai buona regola, sempre e a maggior ragione in caso di secchezza vaginale» commenta la ginecologa. Uno, massimo due lavaggi al giorno con il detergente sono la buona regola ai quali si può aggiungere, ma solo se necessario, un passaggio con sola acqua. No anche a docce troppo frequenti. «E attenzione sotto la doccia a non usare per la zona intima il prodotto destinato al corpo bensì un detergente specifico» precisa l’ostetrica.
5. Mettere i salvaslip tutti i giorni. «L’utilizzo quotidiano dei salvaslip così come delle salviettine intime può contribuire a disidratare e irritare cute e mucose» precisa la dottoressa Romagnoli.
6. Portare biancheria sintetica. «Le fibre sintetiche creano attrito, irritano, arrossano le zone intime: il consiglio è usare solo mutande bianche in cotone 100% e anche tra gli assorbenti preferire quelli in cotone 100%» precisa la dottoressa Colonese. In alternativa l’ostetrica consiglia di usare la coppetta o gli slip mestruali.
7. Indossare indumenti stretti. «Pantaloni, leggings, pantaloncini, collant che stringono a livello della zona genitale sono da bandire in favore di capi morbidi, in fibra naturale, da indossare anche quando si fa attività fisica, momento delicato in cui un pantalone stretto con il movimento può creare forte attrito» spiega la ginecologa. Attenzione poi se si va in piscina: il cloro disidrata, commenta l’ostetrica, e va quindi eliminato con una doccia appena uscite dalla vasca.
8. Interrompere la pillola bruscamente. «Ancora una volta vale il consiglio di parlare con il ginecologo prima di mettere in atto qualsiasi scelta che riguardi la sfera intima» commenta la ginecologa.
9. Forzarsi ad avere rapporti sessuali. «La secchezza vaginale può renderli dolorosi e complicati» commenta la dottoressa Colonese. «Non basta sforzarsi: occorre parlarne con il ginecologo per mettere in atto un programma di interventi che, arginando la secchezza, aiuti a ritrovare una sessualità più serena e tra questi può essere sicuramente utile la prescrizione, sempre ad opera del professionista, di un lubrificante».
10. Dimenticarsi di bere. «L’idratazione interna è importante al pari di quella esterna» commenta l’ostetrica. «Se quest’ultima può essere mantenuta con prodotti specifici disponibili in farmacia senza bisogno di prescrizione, ma che è sempre bene farsi consigliare da un professionista, mai trascurare di bere quotidianamente una buona dose di acqua».
E da ultimo, consiglia la dottoressa Colonese, spazio alle buone abitudini: niente fumo, un’alimentazione equilibrata e sana, ricca in frutta e verdura che apportano nutrienti preziosi per il turgore di pelle e mucose, no agli eccessi a tavola che fanno aumentare di peso. Importante anche cercare di mantenere regolare l’avo e farsi prescrivere dal ginecologo i fermenti lattici più adatti per preservare l’equilibrio del microbiota intestinale.