Vulvodinia: prendersi cura di sé

Alessandra MarchiPatologia complessa e multifattoriale, la vulvodinia richiede di essere approcciata su più fronti da figure con competenze specifiche che vanno da quelle ginecologiche e ostetriche a quelle neurologiche, psicologiche e posturali.

L’intervento dei professionisti, in un approccio multidisciplinare, è quindi indispensabile. Ma non esclude, anzi suggerisce, un’attenta cura di sé con l’adozione di uno stile di vita corretto e di alcune norme igienico-comportamentali che possono essere d’aiuto nel tenere sotto controllo la patologia. Ce ne parla, offrendo una serie di preziosi consigli in merito, la dottoressa Alessandra Marchi, ostetrica.

Vulvodinia e abbigliamento

È bene indossare solo biancheria intima in cotone, meglio se non colorata evitando i tessuti sintetici: impediscono la corretta traspirazione dell’area vulvare creando un ambiente favorevole alla proliferazione di agenti patogeni che possono ulteriormente aggravare il quadro clinico. Sarebbe da evitare il perizoma preferendo modelli di mutanda più morbidi e comodi. Se possibile e gradito, può essere utile dormire senza slip.
Attenzione anche all’abbigliamento esterno: meglio scegliere indumenti comodi evitando invece pantaloni o altri capi stretti e con cuciture rigide. Possono aumentare l’irritazione per sfregamento anche i body e i collant.

L’igiene intima

Basilare è utilizzare detergenti specifici per l’igiene intima, delicati nella formulazione, anche sotto la doccia evitando che l’area vulvare venga a contatto con docciaschiuma, saponi e altri detergenti profumati. L’uso del detergente può essere evitato qualora ci sia una condizione di infiammazione molto importante limitandosi a un lavaggio con la sola acqua. In ogni caso è bene non esagerare con la detersione limitandosi a un solo lavaggio al giorno. Dopo la detersione è importante asciugare bene l’area con una salvietta in cotone preferibilmente bianca e molto morbida. L’asciugatura va sempre fatta tamponando e non strofinando.

Anche la carta igienica dovrebbe essere morbida, non colorata e non profumata, evitando di usare salviettine umidificate, soprattutto se profumate. No anche a deodoranti intimi. Per la depilazione attenzione a creme e gel depilatori che possono contenere sostanze irritanti; sconsigliata anche alla depilazione integrale che predispone a un maggior rischio di irritazioni dell’area.

Gli assorbenti

La scelta dovrebbe sempre cadere su assorbenti esterni in cotone al 100% da cambiare con una certa frequenza. La coppetta mestruale può essere utile perché evita il contatto tra la vulva e l’assorbente. Importante soprattutto evitare di indossare i salvaslip che creano un ambiente caldo-umido favorevole alla proliferazione batterica.

Quali sport

La presenza di dolore comporta già di per sé l’esclusione di attività fisiche che prevedano una pressione diretta sulla vulva come andare in bicicletta o in cyclette oppure cavalcare.
Con la vulvodinia sono fortemente sconsigliate, almeno nella fase in cui si trattano le contratture pelviche, le attività che mettono in azione o irrobustiscono i muscoli pelvici o dei distretti attigui (glutei, addominali e adduttori) come pilates, pesistica che richieda squatting, calcio, sci e pattinaggio.

Se si praticano attività in piscina può essere utile applicare sulla vulva un oleogel che protegga le mucose dal cloro; attenzione poi a cambiare subito il costume, appena fuori dalla vasca, evitando di tenerlo a lungo a contatto con la zona genitale. Accorgimento che vale anche se si frequentano terme, spa e spiagge durante la stagione estiva.

L’alimentazione

Le norme alimentari utili per la vulvodinia sono quelle finalizzate a contrastare le alterazioni dell’evacuazione. Se è presente stipsi occorre aumentare il consumo di vegetali e acqua, eventualmente inserendo l’assunzione di fibre non solubili concentrate, reperibili in farmacia.

Anche le feci poco formate o i frequenti episodi di diarrea possono peggiorare i sintomi della vulvodinia. In questo caso occorre provare ad evitare l’assunzione di alcuni alimenti (solitamente latte e latticini, caffè, alcune verdure), eventualmente eseguendo dei test per le intolleranze alimentari e assumendo probiotici. Se non è sufficiente, occorre seguire un regime alimentare personalizzato.

Altri suggerimenti

I rapporti sessuali con la vulvodinia possono essere molto dolorosi. Meglio quindi usare sempre un lubrificante: può essere un olio (ad esempio di mandorle o di cocco) se non si utilizza il condom oppure un gel a base d’acqua senza profumi se si utilizza il profilattico che è bene scegliere senza lattice. Dopo il rapporto è bene urinare e sciacquare la vulva con acqua fredda.

Importante non trattenere mai troppo a lungo l’urina svuotando con regolarità la vescica prima che sia completamente piena. Attenzione anche a non posticipare la defecazione: come nel caso del trattenere l’urina, per eseguire entrambi i gesti si devono contrarre i muscoli perineali, incrementando la condizione di tono aumentato della muscolatura e aggravando così la sintomatologia dolorosa.
Può essere utile impiegare un panchetto o un rialzino per defecare e urinare in modo da mantenere le ginocchia più alte e aiutare il rilassamento del muscolo pubo-rettale.

È bene tenere sempre calda l’area pelvica: il calore ha un grande potere rilassante sulla muscolatura molto spesso contratta con la vulvodinia. Se possibile quindi è utile immergersi nell’acqua calda, effettuare bidet caldi o procurarsi un termoforo, da applicare più lungo possibile nella zona perineale.

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