La neuropatia del pudendo: una sindrome invalidante

Spesso vengono citate insieme: vulvodinia e neuropatia del pudendo sono due sindromi accomunate da diversi elementi, primo tra tutti il dolore cronico e molto spesso invalidante. Entrambe sono poi oggetto di una recente proposta di legge presentata alla Camera. L’obiettivo è che vengano riconosciute come malattie a carico del Sistema Sanitario Nazionale per tutelare chi ne è affetto e deve fare i conti con sintomi che incidono pesantemente sulla qualità di vita.

Come la vulvodinia, anche la neuropatia del pudendo è una di quelle “malattie invisibili”, sottovalutata spesso anche dalla classe medica e la cui diagnosi arriva quasi sempre con molto ritardo. La prevalenza è stimata nell’ordine di 10 individui ogni 10.000, ma si tratta di una cifra sottostimata perché manca un registro di raccolta dati nazionale.

I sintomi

La neuropatia del pudendo, che interessa sia le donne che gli uomini, è una sindrome cronica, caratterizzata da dolore di tipo neuropatico in sede pelvica e/o perineale, con possibili irradiazioni alla regione lombare, ai genitali esterni, all’ano, all’inguine, alla regione sovrapubica, al sacro-coccige, alla radice delle cosce.
Chi ne soffre fa fatica rimanere seduto per più di venti minuti, prova dolori anche solo a camminare in alcuni gravi casi, deve rimanere a letto. A questi sintomi si aggiungono: difficoltà nel rimanere a lungo in piedi, difficoltà e dolore nella minzione e nella defecazione. In alcuni casi è coinvolta anche la sfera sessuale: i rapporti possono essere molto dolorosi implicano talvolta una rinuncia all’attività sessuale.

Il nervo pudendo si definisce «misto» perché è sensitivo, motorio ed anche parasimpatico: la parte motoria del pudendo dà innervazione ai muscoli del piano perineale e degli organi genitali, mentre la parte sensitiva fornisce sensibilità all’uretra, alla pelle e alle mucose degli organi genitali. Come succede con le neuropatie non diagnosticate e non trattate tempestivamente, l’alterazione sensitiva del nervo pudendo si cronicizza nel tempo. Bastano sei mesi di mancato trattamento perché la neuropatia diventi cronica.

Molto spesso si arriva alla diagnosi dopo anni perché la neuropatia del pudendo è una malattia ancora misconosciuta. Gli errori diagnostici, oltre ai sintomi invalidanti talvolta non compresi o sottovalutati nell’ambito medico e sociale, contribuiscono a sviluppare spesso un quadro depressivo che richiede trattamenti farmacologici e terapie suppletive.

Le cause

Sebbene le cause della nevralgia del pudendo siano variabili e il meccanismo non sia completamente noto, il comune denominatore è la compressione o l’intrappolamento del nervo nel suo canale (canale di Alcock), in seguito a danni, contratture, irritazioni e infiammazioni. Per questo motivo, questa sindrome dolorosa è nota anche come “intrappolamento del nervo pudendo” o sindrome di Alcock. I pazienti con predisposizioni anatomiche (ad esempio con canali più stretti) o anomalie biomeccaniche sono più suscettibili alle lesioni da compressione.

Talvolta la compressione è asintomatica per un lungo periodo per poi manifestarsi improvvisamente in seguito a diversi fattori come un trauma o un’attività quali ciclismo o equitazione che sollecitano eccessivmente la zona. Altre cause in gioco possono essere un  danno al nervo pudendo durante il parto vaginale, la frattura del bacino, interventi chirurgici alla zona pelvica, costipazione che richiede sforzi ripetuti nel tempo, presenza di masse che premono sul nervo pudendo.

I 5 criteri per la diagnosi di neuropatia del pudendo

Già dal 2008 furono elaborati, da parte di un gruppo di lavoro di medici specialisti di fama mondiale, cinque elementi identificativi per giungere alla diagnosi neuropatia del pudendo, i cosiddetti «criteri di Nantes»:

1. Il dolore è nel territorio irradiato dal nervo pudendo;

2. Il dolore si accentua in posizione seduta;

3. Il dolore non fa svegliare durante la notte;

4. Il dolore non è associato a un deficit sensoriale superficiale del perineo;

5. Esito positivo dopo infiltrazione del nervo pudendo con anestetico (blocco del nervo pudendo anestetico positivo).

La diagnosi di neuropatia del pudendo è dunque essenzialmente «clinica». L’esame, eseguito tramite visita manuale da parte di un medico specialista del pavimento pelvico (urologo, neuro-urologo, ginecologo, terapista del dolore, proctologo), consente di diagnosticare in modo specifico la neuropatia del pudendo.

Le cure: serve un approccio multidisciplinare

Ad oggi non esiste una cura definitiva per la neuropatia del pudendo e la maggioranza dei pazienti deve ricorrere a farmaci antidolorifici tra cui gli oppiacei e altri farmaci quali neurolettici, miorilassanti, antidolorifici, antidepressivi. In alcuni casi si ricorre a procedure invasive quali il blocco del nervo pudendo, ottenuta mediante iniezione locale (infiltrazione) con un anestetico locale od uno steroide (cortisone). Il blocco può essere somministrato sotto guida ecografica o altre tecnice di imaging come tac o fluoroscopia.

In alcuni casi si ricorre al posizionamento di neurostimolatori o di pompe di morfina per ridurre il dolore. Tra gli interventi invasivi è prevista anche la chirurgia decompressiva del nervo nei casi di reale intrappolamento del nervo pudendo stesso nelle strutture circostanti.
Un altro approccio terapeutico è la fisioterapia: una maggior consapevolezza ed allenamento della muscolatura del pavimento pelvico è particolarmente utile nei pazienti in cui il dolore deriva da spasmi muscolari. Anche la ginnastica posturale può essere utile dopo una valutazione da parte di uno specialista.

Trattandosi di una patologia non riconosciuta, non sono ancora stati sviluppati protocolli diagnostici e riabilitativi al riguardo, né vi è un approccio multidisciplinare tra i vari specialisti medici. I pazienti affetti da questa malattia trovano e contattano autonomamente tramite «passaparola» i vari specialisti al fine di individuare un terapeutico appropriato. Purtroppo, sono pochi i medici in Italia che trattano la vulvodinia e la neuropatia del pudendo, perché esse di norma non vengono inserite nei piani di studio delle facoltà di medicina e nelle scuole di specializzazione.

vulvodinia e neuropatia del pudendo