Bruciore e dolore nell’area intima e un leggero sanguinamento che spesso mette in allarme. «Sono questi alcuni dei segnali che possono indicare la presenza di ragadi intime, definite anche fissurazioni vulvari, che si manifestano come piccole lesioni a carico della cute o delle mucose dei genitali esterni» spiega la dottoressa Alessandra Valerio, specialista in ginecologia ed ostetricia presso il Poliambulatorio AEsthe Medica di Ferrara.
«Spesso persistenti o ricorrenti, i “taglietti” sulla zona vulvare risultano estremamente dolorosi: possono dare prurito, bruciore, una forte sensazione di dolore ma anche creare piccoli sanguinamenti che possono comparire a volte dopo i rapporti sessuali, spesso difficoltosi proprio per la presenza delle ragadi intime, o a seguito della pratica di attività fisiche che comportano sfregamenti dell’area intima come la bicicletta o la corsa». Ma non solo. «Il persistere delle lesioni e della condizione dolorosa possono incidere in maniera negativa sulle abitudini sessuali e peggiorare la qualità della vita di chi ne soffre» commenta l’esperta.
Un quadro complesso
A cosa possono essere dovute le ragadi intime? «Le cause che possono determinare le lesioni vulvari possono essere diverse» continua la ginecologa. «È fondamentale quindi che in presenza di dolore, bruciore e piccoli sanguinamenti ci si rivolga sempre allo specialista che può verificare l’eventuale presenza di ragadi intime esterne attraverso l’ascolto attento di quanto riferito dalla paziente e all’osservazione dei genitali. In alcuni casi può presentarsi la necessità di eseguire un esame colturale oppure una biopsia per definire con precisione il quadro clinico». Queste le principali cause delle ragadi vulvari.
Cause organiche. «Si legano alla presenza di dermatosi infiammatorie dovute a patologie come il Lichen o la psoriasi» continua la dottoressa Valerio. «Si tratta infatti di patologie croniche dermatologiche che comportano una minore elasticità dei tessuti e che favoriscono quindi la comparsa dei dolorosi taglietti».
Cause infettive. «Infezioni micotiche, batteriche, virali possono essere all’origine delle ragadi intime: occorre quindi un esame colturale per rilevarle» precisa Valerio.
Cause meccaniche. «Le ragadi intime possono formarsi a seguito di un rapporto sessuale, in particolare se le mucose non sono sufficientemente lubrificate come può succedere in presenza di secchezza vaginale, una condizione che interessa in modo particolare la fase della menopausa ma non solo» continua l’esperta. «Anche uno sfregamento deciso e ripetuto nella regione vulvare, provocato ad esempio dall’uso di indumenti attillati o dalla pratica sportiva, può provocare piccole lesioni vulvari».
Cause ormonali. «La carenza di estrogeni che si verifica in determinate fasi della vita femminile come l’allattamento e la menopausa oppure a seguito dell’assunzione di contraccettivi orali determina un assottigliamento delle mucose genitali con una conseguente minore elasticità e una condizione di secchezza delle stesse, esponendole a un maggior rischio di essere danneggiate» prosegue la ginecologa Valerio.
Cause ambientali. «L’esposizione a fattori irritanti come possono essere, ad esempio, l’impiego di detergenti non adatti all’area intima o l’uso costante di salvaslip o di assorbenti di bassa qualità sono cause di infiammazione e di una conseguente maggiore fragilità dei tessuti» precisa l’esperta.
«Non va dimenticato infine che spesso in associazione alle fissurazioni vulvari è presente una condizione di contrattura della muscolatura del pavimento pelvico che può sfociare in sindromi dolorose croniche come la vulvodinia» precisa la ginecologa. «In questo caso il quadro è molto complesso e necessita di una valutazione attenta dal momento che può essere difficile capire se la condizione dolorosa compare secondariamente alle ragadi intime o viceversa: è basilare comunque affrontare il problema nella sua totalità così che si possa riportare la paziente a una condizione di vita più serena, sotto tutti gli aspetti, anche quello sessuale».
Come curare le ragadi intime
«Il trattamento delle ragadi intime esterne dipende in maniera diretta dalla causa principale che le ha determinate» precisa la ginecologa. «Un’infezione necessita di essere debellata da una terapia mirata, per il lichen sclerosus occorre un protocollo di trattamento specifico, l’atrofia vulvo-vaginale estrogeno-dipendente beneficia di una terapia ormonale, anche soltanto locale.
Se sono presenti i segni di una contrattura del pavimento pelvico sarà indicato un percorso di fisioterapia che porti a un rilassamento dell’area. In ogni caso le fissurazioni vulvari possono tratte beneficio da una adeguata idratazione delle mucose con creme emollienti, idratanti e lenitive. In alcuni casi, un’opzione terapeutica può essere l’infiltrazione di acido ialuronico per favorire la rigenerazione dei tessuti connettivi e migliorarne trofismo ed elasticità. Molto raramente si presenta la necessità di un approccio chirurgico con escissione della lesione e ricostruzione con tecniche di chirurgia plastica».
Le buone abitudini da adottare
«Al di là del trattamento specifico che deve essere indicato dallo specialista, alcune semplici norme igienico-comportamentali sono utili per ridurre il rischio di recidiva e cronicizzazione del problema» commenta la dottoressa Valerio.
* Un’igiene intima adeguata aiuta a mantenere il trofismo della parte: servono detergenti poco aggressivi, privi di fattori irritanti, allergizzanti o profumi, con un pH adeguato all’età da usare in piccola quantità per lavaggi con acqua tiepida.
* Un abbigliamento scelto con cura: sono da evitare indumenti aderenti nell’area genitale che provochino frizione durante il movimento preferendo sempre biancheria in tessuto naturale e traspirante.
* Il ricorso a un lubrificante in abbondante quantità durante i rapporti: evita sfregamenti che possono danneggiare le mucose.