La vulvodinia necessita sempre di essere affrontata con un approccio multimodale nel quale trova spazio anche la fitoterapia. Nel parliamo con la dottoressa Stefania Piloni, ginecologa, docente di Fitoterapia presso l’Università di Milano, autrice del libro “Le piante ci parlano”, Vallardi.
Medicina tradizionale e fitoterapia si possono integrare nel trattamento della vulvodinia?
Certamente. Un approccio integrato offre la possibilità di agire su più livelli del disturbo, combinando i benefici dei farmaci convenzionali con quelli derivanti da piante medicinali, riducendo sia i sintomi che l’infiammazione associata.
Quali sono i rimedi fitoterapici che si possono impiegare nel trattamento della vulvodinia?
Camomilla (Matricaria chamomilla): conosciuta per le sue proprietà antinfiammatorie e calmanti legate alla presenza di flavonoidi e sesquiterpeni, può alleviare irritazioni cutanee e dolori neuropatici. Si rivela efficace, soprattutto in presenza di forti arrossamenti, se usata per i lavaggi esterni versandone una tazza nella comune acqua di detersione per il bidet.
Calendula (Calendula officinalis): ricca di flavonoidi e triterpenoidi, è utile per ridurre l’infiammazione e promuovere la guarigione della pelle irritata. Ha un buon potere cicatrizzante anche in presenza di fissurazioni, taglietti, esiti di lesione da grattamento post candida.
Iperico (Hypericum perforatum): questo rimedio ha proprietà analgesiche e antinevralgiche grazie alla presenza dell’ipericina, un principio attivo che agisce sui recettori del dolore. Il suo olio di un rosso scuro si può usare sulla superficie vulvare ma è adatto anche per uso interno vaginale. Sin dai tempi antichi è stato usato come olio del parto perché aiutava con il suo potere emolliente e cicatrizzante a risanare le lesioni del perineo. Il suo uso tradizionale è anche quello legato alle ustioni: queto perché non provoca bruciore neppure in presenza di mucose fortemente irritate.
Mirtillo rosso (Vaccinium macrocarpon): vanta proprietà antinfiammatorie e può migliorare la salute del tratto urinario e vulvovaginale grazie ai polifenoli che riducono l’infiammazione e prevengono le infezioni. E’ ottimo per chi soffre di cistiti recidivanti, soprattutto provocate dai batteri intestinali come l’Escherichia Coli.
Boswellia (Boswellia serrata): può essere utilizzata per le sue proprietà antinfiammatorie e può rivelarsi d’aiuto nel ridurre il dolore associato a condizioni infiammatorie croniche come la vulvodinia. Sostiene anche le donne nella sindrome del colon irritabile che spesso è legata alla disbiosi intestinale e alle infezioni ricorrenti da candida o da batteri. Si assume in compresse, per bocca.
Sotto che forma possono essere assunti i rimedi fitoterapici?
I fitoterapici possono essere assunti in tre modi diversi.
Infusi e tisane: Camomilla, Calendula e Iperico possono essere consumati sotto forma di infusi o tisane per ottenere un effetto sistemico che aiuta a ridurre l’infiammazione generale e promuove il rilassamento muscolare.
Estratti secchi o tinture: gli estratti di Boswellia e Iperico sono spesso utilizzati sotto forma di estratti secchi (compresse) o tinture madri (gocce) per avere un effetto più concentrato e mirato.
Creme e olii: la Calendula si utilizza in crema, l’Iperico in olio: entrambi si possono applicare direttamente sull’area genitale.
La fitoterapia è adatta quindi anche al trattamento topico locale?
Sì, alcuni rimedi fitoterapici sono molto efficaci quando applicati localmente. In particolare, l’olio di Calendula e di Iperico possono essere applicati direttamente sulla zona vulvare per ridurre l’irritazione e l’infiammazione. Questi oli favoriscono anche la rigenerazione tissutale. Le creme a base di Camomilla o di Calendula possono essere applicate localmente per lenire la pelle e ridurre la sensazione di bruciore. Sono spesso utilizzate nelle fasi acute di dolore vulvare. Inoltre, infusi di Camomilla o Calendula possono essere utilizzati come lavaggi locali per ridurre l’infiammazione e calmare la pelle irritata.
La fitoterapia è utile anche come prevenzione?
Sì, molti dei rimedi impiegati per il trattamento della vulvodinia si rivelano efficaci sia nelle fasi acute che nella prevenzione a lungo termine.
Fase acuta: in situazioni di dolore intenso o crisi, piante come l’Iperico in olio e la Boswellia (in versione compresse di estratto secco), con le loro proprietà analgesiche, possono ridurre la sensibilità al dolore. La Camomilla e la Calendula possono alleviare l’irritazione e lenire l’infiammazione a livello locale.
Prevenzione: l’uso regolare di integratori di Mirtillo Rosso o lavaggi a base di Camomilla possono essere di supporto nel prevenire le infezioni e ridurre l’infiammazione di base. Inoltre, l’applicazione costante di estratti di Calendula può migliorare la resistenza della pelle vulvovaginale e ridurre il rischio di episodi dolorosi.
In conclusione, quali sono i vantaggi dell’integrazione tra medicina tradizionale e fitoterapia nel trattamento della vulvodinia?
Innanzitutto, possiamo parlare di una riduzione degli effetti collaterali: l’uso di rimedi derivati dalla fitoterapia con proprietà antinfiammatorie e analgesiche può ridurre la necessità di farmaci convenzionali in dosi elevate, limitando il rischio di effetti collaterali come sonnolenza, dipendenza o irritazioni locali. Si crea poi una sinergia terapeutica dai risvolti positivi: la fitoterapia potenzia l’azione dei farmaci convenzionali, migliorando la gestione del dolore, riducendo l’infiammazione e promuovendo la rigenerazione dei tessuti.
Da ultimo va sottolineata l’importanza di un approccio olistico nel trattamento di una sindrome complessa come la vulvodinia: la fitoterapia non si concentra solo sui sintomi, ma anche sul miglioramento generale del benessere del paziente, supportando la gestione dello stress, un fattore che spesso aggrava le condizioni dolorose croniche come quelle proprie della vulvodinia.