Il dolore vulvare non ha età e non risparmia neanche le ragazze più giovani. «Come l’età adulta e quella avanzata, anche l’adolescenza è un periodo di grande vulnerabilità, per diverse ragioni», conferma Monica Costantini, ginecologa. «Innanzitutto il menarca, cioè la comparsa delle prime mestruazioni, provoca delle fluttuazioni ormonali che modificano la struttura e la reattività del rivestimento vulvare e inoltre predispongono a ripetute vaginiti da Candida».
Dolore vulvare e prime mestruazioni
La caduta dei livelli di estrogeni che si verifica in corrispondenza del ciclo favorisce questo tipo di infezione: i funghi che abitano in modo “silente“ la vulva durante l’infanzia “si attivano“ con l’arrivo delle mestruazioni, proliferando e scatenando candidosi ricorrenti, cioè che si verificano almeno quattro volte all’anno. Queste, a loro volta, possono aumentare il rischio di soffrire di problematiche come vestibolite vulvare, dolore ai rapporti e cistiti post-coitali.
Problemi che sembrano sempre più in aumento nella popolazione giovane femminile, in relazione, probabilmente, anche e soprattutto al progressivo abbassamento dell’età del menarca. Lo confermano diversi studi tra cui uno americano, condotto alla Harvard T. H. Chan School of Public Health, secondo cui l’arrivo del primo ciclo mestruale si è abbassato da 12,5 anni di età per le bambine nate tra il 1950 e il 1969, a 11,9 anni per quelle nate dopo l’anno 2000.
«L’adolescenza è anche l’età di scoperta della sessualità e questo, da un lato, determina un’esposizione maggiore ad agenti infettivi correlati ai primi rapporti. Dall’altro, spesso la diagnosi di vulvodinia avviene proprio in seguito a episodi di dispareunia, cioè di dolore avvertito durante i primi rapporti», prosegue la specialista.
Dolore vulvare e Candidosi ricorrenti
Cosa accade, a livello di vestibolo vaginale, in caso di vaginiti ripetute? Alla terza infezione da Candida comincia a verificarsi un vero e proprio un cambiamento nel tessuto vulvare, una reazione immuno-allergica che provoca un’infiammazione dell’introito vulvare (l’introito vestibolare vulvare). Sono più a rischio di sviluppare questa reazione i soggetti con particolare reattività allergica (storie pregresse di allergie, asma, orticaria, intolleranze alimentari), con sintomi urinari recidivanti o con ridotta soglia generale del dolore.
Altri fattori possibilmente coinvolti nell’insorgere del dolore vulvare sono: l’attività sportiva intensa e/o la pratica assidua di attività come ciclismo, mountain bike o spinning che possono provocare stimoli infiammatori o microtraumi ricorrenti, ma anche la presenza di alterazioni del rachide toraco-lombare, per esempio in ragazzine in trattamento per scoliosi.
Può avere un effetto negativo anche l’assunzione di estroprogestinici a basso dosaggio, che comporta dolore vestibolare ai rapporti sessuali (vestibolodinia provocata), probabilmente sempre a causa della riduzione dei livelli di estrogeni, che può provocare un incremento della sensibilità nervosa. Ma può agire da fattore scatenante del dolore vulvare anche un uso eccessivo di alcuni farmaci o di sedute di laserterapia o crioterapia.
Prevenzione e cura del dolore vulvare nelle adolescenti
Uno studio ha dimostrato che quando il dolore vulvare si verifica nelle ragazze giovani, se trattata come un disturbo da dolore neuropatico, risulta notevolmente migliorata o regredita nella maggior parte dei casi, suggerendo come questo disturbo debba essere sempre preso in considerazione nei casi di disagio vulvare in atto, indipendentemente dall’età. «È fondamentale, come sempre, un approccio multimodale», spiega la dottoressa Costantini, «in cui il supporto psicologico assume un ruolo di primaria importanza, vista l’età delicatissima di insorgenza del disturbo». Inoltre è necessario:
1. Non rimandare la prima visita ginecologica. Come ricordato da Assosalute (Associazione nazionale farmaci di automedicazione) e Federchimica in un incontro sulla salute sessuale femminile, la visita ginecologica è fondamentale in ottica preventiva e andrebbe effettuata per la prima volta intorno a 15-16 anni o anche prima, in presenza di dolori pelvici, mestruazioni abbondanti o irregolari. È stato anche sottolineato come il dolore vulvare sia una problematica che oggi sempre di più è oggetto di consultazione medica.
2. Fare un uso oculato degli antibiotici, che vanno assunti solo se prescritti dal medico, secondo le sue indicazioni. Come confermato anche dalla dottoressa Alessandra Graziottin durante un convegno su questo tema, assistiamo a un boom di candidosi nelle adolescenti dovuto all’abuso di antibiotici nell’infanzia. Lo dice un’indagine italiana condotta negli ambulatori pubblici di ginecologia: le vaginiti da candida riguardano il 28% delle consultazioni richieste dalle ragazze.
3. Ristabilire il microbiota intestinale. A differenza dell’infezione acuta occasionale da Candida, che generalmente risponde bene alle cure farmacologiche, le forme recidivanti resistono ai trattamenti, essenzialmente perché il sistema immunitario è compromesso da fattori come disbiosi intestinali (stipsi), allergie, intolleranze alimentari, assunzione di antibiotici o cortisonici, malattie autoimmuni. Integrando i probiotici con la dieta, si può modificare non solo la flora batterica intestinale, ma anche quella vaginale.