La lidocaina è un farmaco usato da tempo in vari ambiti della medicina per ridurre il dolore. Sotto forma di gel, crema o unguento, può essere applicato direttamente sull’area interessata per alleviare il dolore. Per molto tempo, è stata uno dei presidi più utilizzati dagli specialisti per aiutare le donne con vulvodinia ad attenuare il dolore vulvare, specialmente prima dei rapporti sessuali.
Lidocaina per la vulvodinia: come agisce
Diversi studi si sono concentrati sul potere antidolorifico della lidocaina nelle donne che soffrono di vulvodinia: alcuni hanno dimostrato che, applicata direttamente sulla zona dolorante, riduce effettivamente il dolore vulvare, facilitando i rapporti sessuali. Chi soffre di vulvodinia presenta infatti spesso un numero maggiore di fibre nervose sensibili al dolore: il principio attivo agisce bloccando i segnali di dolore che partono da questi nervi, riducendo il fastidio.
Uno di questi studi per esempio ha valutato l’efficacia dell’applicazione notturna di un unguento alla lidocaina al 5% per il trattamento della vestibolite vulvare. Dopo una media di sette settimane di trattamento, il 76% delle donne ha riferito di riuscire ad avere rapporti sessuali, rispetto al 36% precedenti al trattamento. Il punteggio del dolore correlato ai rapporti è risultato inferiore rispetto al precedente.
Il parere dell’esperta

«La lidocaina è un anestetico locale che agisce bloccando i canali del sodio (quelli che trasmettono, lungo i nervi, i messaggi tra il cervello e i muscoli), impedendo la propagazione degli impulsi nervosi che trasmettono la sensazione dolorosa», spiega Valentina Pecorari, urologa specialista in salute del pavimento pelvico, vulvodinia e incontinenza.
«L’azione anestetica, tuttavia, è temporanea e reversibile: si avverte sì una ridotta sensibilità al dolore, ma rimane la sensibilità tattile (al tocco), che viaggia su un altro tipo di fibre nervose. L’effetto inoltre è limitato all’area in cui la lidocaina viene applicata o iniettata, con un inizio rapido che può durare da qualche minuto a qualche ora, a seconda del sito di applicazione, della modalità di somministrazione e della quantità».
Prosegue la dottoressa: «In passato per trattare la vulvodinia venivano somministrate infiltrazioni locali di lidocaina e cortisonici ma, a causa della brevità di azione e dei meccanismi di infiammazione che, come si è visto successivamente, non erano responsivi ai cortisonici, la pratica è stata abbandonata». La lidocaina ha continuato però a essere utilizzata sotto forma di terapia locale, da applicare direttamente dove serve. Con apparenti benefici per le donne, come conferma la specialista.
«Ricorrere alla lidocaina per avere rapporti meno dolorosi è sicuramente un’alternativa affascinante per i suoi effetti immediati: è come se “addormentasse“ il dolore per un po’. Ma non sentire dolore non significa che i nervi non vengano sottoposti a un evento traumatico. Anzi, questo li può ulteriormente sensibilizzare e aumentare progressivamente l’infiammazione nevralgica. Per fare un esempio, sarebbe come prendere un antidolorifico per correre con una lesione tendinea: si può solo ricavarne un peggioramento e una guarigiorne rallentata, se non ostacolata».
Le alternative
«Le terapie topiche farmacologiche e naturali, invece, come il CBD (cannabidiolo), le terapie per bocca per stabilizzare i mastociti e quelle locali come Tens, elettroporazione, e la riabilitazione del pavimento pelvico, se prescritte da un team multidisciplinare e seguite con costanza, danno benefici a lungo termine», assicura la dottoressa Pecorari, che conclude: «Le cure per la vulvodinia sono diverse, non si può individuare un protocollo che vada bene per tutte, ma bisogna innanzitutto trovare la causa del dolore e stabilire una terapia personalizzata.
Non si può neanche “ provare tutto“, nella convinzione che qualcosa sicuramente farà effetto, perché l’eccesso di terapia a volte ha effetti contrari a quelli sperati. No quindi al fai-da-te! Inoltre ricordiamo che, finché i nervi sono dolenti o finché il muscolo è contratto, avere rapporti sessuali è sconsigliato e può solo rallentare o allontanare la guarigione. Esattamente come un legamento lesionato deve stare a riposo, per poter guarire».