5 esercizi di rilassamento per ridurre dolore e stress

Vulvodinia e psiche: il legame è strettissimo. Difficile immaginare di curarla senza occuparsi della parte emotiva e psicologica. E il rilassamento sia della mente che del corpo può essere un valido aiuto per contenere i sintomi.  «Siamo un tutt’uno: corpo, mente e anima. È innegabile che una malattia complessa come la vulvodinia, per quanto possa assumere declinazioni differenti sul piano della sintomatologia fisica, ha sempre ripercussioni sul piano emozionale e psicologico». A parlare è Chiara Serafini, insegnante di fitness, Pilates e yoga posturale (su Instagram è @chiara_posturalmobilty), vittima per 10 anni di una vulvodinia senza diagnosi. Ha appena scritto un libro, Guarire dalla vulvodinia. Esercizi di rilassamento, respirazione, automassaggio, yoga e meditazione (Edizioni Mediterranee, 2024), da pochi giorni in libreria.

«Le donne affette da vulvodinia si rendono conto che quando sono agitate, nervose o stressate i bruciori vulvari e i sintomi extravulvari aumentano», scrive nel libro Stefano Manera, specialista in anestesia e rianimazione, esperto di medicina funzionale e psicoterapeuta. «Lo stress amplifica il dolore, così come tanti altri stimoli (bisogno di urinare, freddo, prurito), poiché aumenta i neurotrasmettitori, gli ormoni e le citochine stress-correlati».

Le tecniche di rilassamento: diverse ma con un unico scopo

Prosegue Chiara Serafini: «Quando si parla di esercizi di rilassamento, si intende un insieme di tecniche molto diverse tra loro, che possono agire su piani differenti, ma hanno come fine unico e comune il benessere globale della donna affetta da vulvodinia. Agli esercizi di rilascio del pavimento pelvico, per esempio, andrebbero sempre associati esercizi che contemplino il corpo nella sua interezza. Con una premessa fondamentale: coltivare la consapevolezza di sé e la fiducia nelle proprie possibilità di guarire.

«Gli esercizi di rilassamento mirano a disinnescare la tensione nervosa. La scelta del metodo è soggettiva, bisogna imparare ad ascoltare il proprio corpo e sentire di cosa ha bisogno. Alcune strategie lavorano sulla tensione muscolare, altre allentano lo stato di agitazione psicologica. Ciascuna donna può “costruirsi“ il suo programma. Se si hanno delle contratture troppo intense, per esempio, è raccomandabile prestare attenzione al tipo di esercizi fisici, optando per quelli più delicati, mentre vanno bene tutte le tecniche di respirazione e rilassamento. Per chi non si allena regolarmente, il consiglio è di affiancarsi a un trainer o un fisioterapista e di farsi guidare nell’esecuzione delle pratiche».

Ecco alcuni esempi di esercizi di rilassamento.

1. Respirazione diaframmatica. Da sdraiati, posizionate le mani appena sotto lo sterno e, inspirando, percepite la muscolatura espandersi verso l’alto. Ciò comporterà una leggera espansione della pancia. Quando espirate, rilassatevi: a causa dello svuotamento dei polmoni il diaframma risalirà naturalmente, mentre si ritrarrà spontaneamente tutta la muscolatura attivata. Evitate qualsiasi azione muscolare intenzionale in fase di espirazione. Rilasciate il peso a terra, abbandonatevi al pavimento.

2. Visualizzazione. Immaginate di prendere aria spontaneamente, senza attivare muscoli specifici e senza sforzo, mentre l’aria fluisce dal naso verso la base della colonna vertebrale. Visualizzate come questo flusso d’aria riesca a rilassare tutto quello che tocca fino a uscire dalla vagina, distendendo in questo modo le tensioni più profonde delle pareti vaginali, dei muscoli pelvici e degli otturatori. Se trovate difficoltà, immaginate di assegnare un colore all’aria che entra e compie il percorso di discesa attraverso il tronco, tra le viscere fino agli sfinteri.

3. Distensione tensiva. Distendetevi su un tappetino, letto o divano, con l’intenzione di scaricare sul piano di appoggio tutto il peso del corpo e le tensioni accumulate. Parola d’ordine: lasciarsi andare! Inspirate ed espirate fluidamente senza apnee. Rimanete così, respirando consapevolmente per almeno cinque minuti. Se la mente inizia a vagare, rincominciate, rinnovando l’intenzione.

4. Allungamento attivo. Tra gli esercizi di rilassamento, questo va a lavorare su un muscolo chiamato psoas, uno dei maggiori flessori dell’anca. In ginocchio, portate una gamba avanti e, tenendo il piede ben saldo a terra, spingete il bacino in avanti aprendo il petto (posizione del “cavalier servente”). Inspirate ed espirate con il diaframma.

5. Automassaggio vaginale. Anche toccarsi può rientrare tra gli esercizi di rilassamento: può aiutare a riacquisire fiducia in quella parte del corpo ma attenzione, ogni esperienza è soggettiva! Per chi vuole provare: in una posizione comoda, introducete pollice o indice nella vagina, utilizzando la mano destra per le pareti di sinistra della vagina e viceversa, con movimenti di massaggio dall’alto verso il basso e ritorno.

Oppure, una volta individuati dei punti dolenti precisi, fate pressione sul punto dolente, concentratevi sulla respirazione diaframmatica, che aiuta ad aprire il pavimento pelvico per l’introduzione del dito. Durante il massaggio, inspirando premete sul punto dolente, espirando cercate di rilassarvi mentre, senza spostare il dito, eseguite un movimento circolare sottilmente percettibile al polpastrello. Un’ulteriore manovra, talvolta più dolorosa, è quella di introdurre e restare con il pollice all’altezza della forchetta vaginale, per poi spostarlo leggermente dal lato destro a quello sinistro, massaggiando l’ingresso della vagina.

I benefici del rilassamento

«I benefici degli esercizi di rilassamento sono evidenti», conclude Chiara. «Li ho sperimentati io stessa e possono essere visibili già dopo 6-12 mesi, se gli esercizi vengono praticati con costanza: riossigenazione dei tessuti, maggiore libertà di movimento, minore percezione del dolore». In conclusione, le tecniche di rilassamento, integrate con altri approcci di cura, possono portare ad un notevole miglioramento anche dopo poche sedute: ciò che è importante è impostare un percorso individualizzato sulle singole esigenze della paziente, da parte di personale esperto in generale, ma soprattutto di vulvodinia.