La vulvodinia è una patologia caratterizzata da dolore cronico nella zona vulvare senza una causa apparente. Questo disturbo, spesso misconosciuto e sottovalutato, influenza significativamente la qualità di vita delle donne che ne soffrono.
L’approccio terapeutico alla vulvodinia può variare da paziente a paziente, ma il comune denominatore della terapia è rappresentato dall’uso di farmaci mirati a alleviare il dolore e migliorare la qualità della vita.
Ecco i farmaci che vengono comunemente usati.
La cure topiche
Gli anestetici locali
I gel, le creme o gli unguenti contenenti anestetici locali sono dispositivi medici e possono essere utilizzati per ridurre il dolore e l’irritazione nella zona vulvare. Agiscono riducendo temporaneamente la sensibilità nella zona di applicazione. Questi prodotti sono spesso prescritti per l’uso prima di attività che potrebbero causare disagio, come i rapporti sessuali. Tra i farmaci più usati ci sono la lidocaina, la prilocaina, la benzocaina, la tetracaina.
È fondamentale sottolineare che l’uso di anestetici locali per la vulvodinia dovrebbe essere prescritto e supervisionato da un professionista della salute, come un ginecologo o un medico specializzato nella gestione del dolore pelvico. Inoltre, è importante considerare che l’uso a lungo termine di anestetici locali potrebbe non essere la soluzione ideale per ridurre il rischio di irritazioni, di reazioni allergiche e di conseguente esacerbazione dei sintomi. Le reazioni della pelle e delle mucose alle medicazioni locali sono frequenti in corso di vulvodinia e vestibolite vulvare, e la responsabilità è spesso da attribuire alla base della crema o del gel, e quindi agli eccipienti, più che al principio attivo.
I corticosteroidi
In alcune forme di vulvodinia può svilupparsi infiammazione locale. I corticosteroidi topici possono essere prescritti per ridurre l’infiammazione e alleviare il dolore. Si utilizzano ad esempio idrocortisone, disponibile in diverse concentrazioni a seconda della gravità del caso, desonide, corticosteroide di media potenza, betametasone, di potenza moderata o elevata, clobetasolo, di potenza elevata e può essere prescritto in casi in cui è necessaria un’azione anti-infiammatoria più forte.L’uso improprio o prolungato di tali farmaci può comportare effetti collaterali indesiderati, come l’assottigliamento della pelle o la formazione di lividi.
Le iniezioni di cortisone possono essere utilizzate in alcuni casi specifici di vulvodinia, soprattutto in forme molto localizzate a livello vestibolare. Il farmaco penetra così nel sotto mucosa, dove le terminazioni nervose sono più fitte. Questa terapia solitamente viene considerata solo dopo che altri trattamenti più conservativi non hanno avuto successo dal momento che può comportare effetti collaterali tra cui l’atrofia cutanea e la formazione di tessuto cicatriziale.
Le terapie orali
I farmaci antidepressivi
L’utilizzo degli antidepressivi nel trattamento della vulvodinia è basato su diverse considerazioni legate ai meccanismi di azione di questi farmaci e alla complessità della condizione. L’impiego è giustificato da diverse ragioni, ossia:
1) modulazione dei neurotrasmettitori
gli antidepressivi, in particolare quelli triciclici come l’amitriptilina, agiscono modulando i livelli di neurotrasmettitori nel sistema nervoso centrale. Questi farmaci possono influenzare la trasmissione del segnale del dolore, agendo su sostanze chimiche come la serotonina e la noradrenalina.
2) effetti analgesici
alcuni antidepressivi, come la venlafaxina e la duloxetina, hanno dimostrato di avere proprietà analgesiche indipendentemente dal loro effetto antidepressivo. Rispetto agli antidepressivi triciclici hanno dimostrato però una minore efficacia e andrebbero quindi considerati in seconda battuta. Possono ridurre la percezione del dolore agendo sui recettori del dolore e modulando l’attività neuronale.
3) effetti sui muscoli pelvici
alcuni antidepressivi possono influenzare i muscoli pelvici e ridurre la tensione muscolare. Questo può essere particolarmente utile in caso di vulvodinia associata a spasmi muscolari o tensione pelvica.
4) impatto psicologico
la vulvodinia ha un impatto significativo sulla salute mentale e sul benessere psicologico delle donne che ne soffrono. Gli antidepressivi contribuiscono a migliorare l’umore e la gestione dello stress, contribuendo indirettamente al controllo del dolore.
Gli antidepressivi vengono prescritti per il trattamento della vulvodinia generalmente in dosi più basse rispetto a quelle utilizzate per la depressione. La scelta del farmaco e della dose dipende dalla valutazione del medico in base alla storia clinica del paziente e alla natura specifica della vulvodinia.
I farmaci antiepilettici
Farmaci antiepilettici come il gabapentin o il pregabalin possono essere utilizzati per il controllo del dolore neuropatico associato alla vulvodinia, in quanto riducono la velocità di progressione degli stimoli dolorosi.
Il pregabalin presenta una farmacinetica lineare per cui le concentrazioni plasmatiche crescono linearmente con la dose. Il gabapentin, invece, richiede dosaggi via via più elevati per ottenere un aumento nella concentrazione plasmatica: e in alcuni casi gli elevati dosaggi possono aumentare gli effetti collaterali.
L’accettabilità da parte della paziente, la tollerabilità e l’efficacia sono i criteri che orientano la scelta tra questi due principi attivi comunque molto efficaci soprattutto nel ridurre il bruciore vestibolare.
Il trattamento farmacologico della vulvodinia è un aspetto significativo nella gestione di questa patologia. Tuttavia, è importante considerare che i farmaci dovrebbero essere parte di un approccio più ampio e personalizzato. La ricerca continua su nuove opzioni terapeutiche potrebbe aprire la strada a trattamenti sempre più efficaci per migliorare la qualità della vita delle donne affette da vulvodinia.